Archivi e muffe: come prevenirle?
- Archivio
- Maggio 9, 2019
L’ambiente in cui un archivio è collocato è di fondamentale importanza per la sua conservazione. La collocazione della documentazione in locali inadeguati a ospitarla la espone ad una serie di rischi:
uno dei più frequenti è il danneggiamento delle carte a causa dell’umidità presente negli ambienti, che nei casi più gravi non possono essere recuperate.
Abbiamo già raccontato cosa fare in caso di allagamento, vediamo ora come orientarsi per arginare i danni provocati dalle muffe o per prevenirne l’insorgere.
Le spore dei funghi che possono trasformarsi in muffe sono presenti ovunque, ma sono innocue se rimangono inerti e non trovano condizioni favorevoli alla loro germinazione.
Se trovano invece un ambiente favorevole, come appunto in presenza di umidità, proliferano e possono alterare i documenti fino a renderli irrecuperabili.
Una delle alterazioni più frequenti, conosciuta con il nome di foxing, si manifesta con macchie di piccole dimensioni e di tonalità differenti di colore (dal beige al rosso ruggine). Se non fermate in tempo, queste alterazioni possono danneggiare irrimediabilmente i documenti ed espandersi fino a infestarne altri. In tali circostanze deve essere consultato personale esperto che valuterà gli interventi necessari da effettuare. Occorre infatti evitare di cercare di intervenire autonomamente, in quanto certi tipi di funghi possono risultare dannosi anche per la salute, provocando disturbi quali mal di testa, nausee, irritazioni agli occhi e problemi respiratori.
Alcune semplici misure tuttavia possono essere prese immediatamente:
Seguendo alcune semplici buone pratiche possono essere evitati i danni maggiori. Eccone alcune di facile realizzazione e che non richiedono particolari accorgimenti:
Queste semplici precauzioni possono essere sufficienti a evitare spiacevoli conseguenze; una delle più significative può essere lo scarto di documentazione irrimediabilmente rovinata che, invece, dovrebbe essere destinata ad essere conservata per sempre2, con conseguente perdita di informazioni preziose e documenti importanti.
[1] In base all’articolo 4, comma 3, del D.lgs n. 42/2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio) il versamento della documentazione di rilevanza storica non può essere effettuato se non si è proceduto alle operazioni di scarto.
[2] I documenti da conservare per sempre – detti tecnicamente “a conservazione illimitata” o “a conservazione permanente”- sono tutti quelli che, a seguito di un’attività di selezione, di norma effettuata in fase di archivio di deposito, vengono ritenuti meritevoli di conservazione perenne per la loro valenza giuridica o storico-culturale.